Questa volta vediamo a cosa fare attenzione quando spieghiamo cosa abbiamo studiato e come sappiamo barcamenarci con gli elaboratori informatici

Istruzione

Partiamo dal caso più articolato: laureato con master.

Se siamo al primo cv della nostra vita, tenderemo a scrivere fin troppo degli anni passati sui libri.
Col passare del tempo il numero di righe sull’istruzione si riduce.

Vi ricordo che risparmiare parole è un obbligo:
Se siete laureati con master non è necessario indicare il voto della maturità e il nome dell’istituto superiore frequentato.
Men che meno indicare dove avete fatto la scuola dell’obbligo.
Al secondo impiego troverete superfluo indicare il titolo della tesi.

Abilità linguistiche

A seconda dei casi potete scrivere qualcosa in più, ma di norma conviene essere sintetici.

La distinzione scritto / comprensione / parlato la userei solo in determinati contesti: il 90% delle persone tra l’altro scrive buono su tutti e tre, quindi che senso ha?
Oltretutto si tratta di un’autovalutazione che lascia il tempo che trova: se necessario gli esaminatori verificheranno in sede di colloquio il vostro accento di Oxford, quindi attenzione all’aggettivo “ottimo”.

La mia personalissima scala Mercalli della competenza linguistica:

– Scolastico: sapete dire “Hello” ma la turista conosciuta al mare ha detto sì solo perché siete dei simpatici e buffi gesticolatori italiani.

– Sufficiente / Discreto: c’è un uso un po’ strano dei due termini. Linguisticamente c’è il seguente problema
“sufficiente rispetto a cosa?”
Optate per un po’ eccessivo “discreto” se siete sicuri che gira e rigira non vi metteranno a fare corrispondenza con il Texas.

– Buono: quando eravate in Erasmus siete riusciti a conquistare la vostra compagna di corso disquisendo dei massimi sistemi.

– Ottimo: avete fatto da interprete al vostro amico “sufficiente”, avete lavorato all’estero, siete cultori di Noam Chomsky.

– Madrelingua: avete vissuto la vostra infanzia in lande lontane e riuscite a parlare in lo slang da gangsta.

Tutt’altro paio di maniche se avete un attestato specifico rilasciato da un ente titolato; in quel caso scrivete il livello che vi é stato certificato.

Se avete trascorso un periodo all’estero, ma non avete attestati, indicatelo così:

Inglese: buono (esperienza di un anno e mezzo a Londra)

Attenzione all’ordine in cui mette le lingue!
Una mia conoscente di origine russa trapiantata in Italia da 15 panni -e con un italiano tangibilmente superiore alla media- aveva indicato

“russo: madrelingua” come prima voce.

Le ho consigliato di metterla in secondo piano:
É il caso di aggirare il pericolo di essere bollati come “immigrati” quindi mettendo

Italiano: madrelingua
Inglese: buono
Russo: ottimo

Abbiamo debitamente occultato la nostra spia del KGB facendola passare per una diligente studentessa di Badoere (TV).

Ovviamente questo tipo di logica va applicata per contesti lavorativi più “bassi”: se state cercando lavoro nel terziario upper class la percezione passa da “immigrato” a “cosmopolita cittadino del mondo”.

Abilità informatiche

Nella stragrande maggioranza dei lavori del terziario sono necessari Windows / Office a livello base.
Non dilungatevi a cercare formule arzigogolate per indicare il fatto che sapete navigare / controllare la posta, nel 2011 direi che é una tautologia come scrivere che non siete analfabeti.

Mi è capitato di sentire un episodio agghiacciante:
“…ehh ma lei non usa Mac, non so se ha le competenze per questo lavoro”
[stiamo parlando di fare il grafico e chi sosteneva il colloquio usciva da 4 anni di esperienza in uno studio].
Qualora vi trovaste in una situazione del genere: poker face, asserite di averlo usato in precedenza e che vi adattate rapidamente.
Già che ci siete aggiungete che Mac é la cosa più bella del mondo.

Esegesi: discorsi di questo genere vengono fatti per darsi un tono e basta; le funzioni basilari sono quelle, oltretutto Apple é pensato per essere usato senza saperne nulla.
Improvvisate, 99 su 100 ci azzeccate.

Ms DOS: Se sapete usarlo mi spiace ma non interessa praticamente a nessuno, serve solo a darvi un tono più nerd. Ci sono comunque casi in cui il tocco nerd old school è apprezzato, valutate voi il contesto.

Elaborazione immagini: molti si dilettano con Photoshop, potete indicarlo con la voce “basilare elaborazione immagini”:
è un plus che, come abbiamo visto dalla testimonianza della segretaria, può tornare utile.
Stesso discorso si applica al montaggio video.
Non avrete montato Natural Born Killer, ma se puntate a uno di quei posti generici dentro agli uffici un jack all the trade può essere interessante: un video aziendale casereccio richiede le stesse abilità del filmino delle vacanze.

Smanettoni: per la ragione elencata sopra, anche il “trafficare con i computer” può essere un bonus.
Una voce tipo “conoscenza e gestione hardware/software” che vuol dire tutto e niente.
In realtà lavorative modeste “quello che ci sa mettere le mani” è una manna dal cielo.

Nota bene: uso di emule e torrent non sono abilità informatiche interessanti. Qualcuno sorriderà ma mi é capitato di leggere anche quello.

Certificazioni

Mettete per esteso TUTTE le certificazioni che avete.
Si può dibattere all’infinito sul valore di una determinata laurea, una certificazione parla come mangia:
– vituperatissima laurea in scienza delle comunicazione: chi ho davanti? Uno che non sa allacciarsi le scarpe? Il nuovo Umberto Eco?
Impossibile determinarlo a priori.
– una certificazione Cisco sulla gestione delle reti:
OK, la competenza c’è -punto-.

Le certificazioni rilasciate dalle aziende che producono il bene di cui volete fare il tecnico sono quasi sempre indiscutibili, altro paio di maniche i mille attestati rilasciati da enti più o meno improvvisati.
Avete scoperto che chi vi ha fatto il tal corso é scomparso in Brasile col malloppo? Nel cv omettete il nome dell’azienda e indicate un generico corso di [materia di turno]

Hobby

Questa voce è abbastanza dibattuta: serve? Non serve?
Non c’è una regola certa: le condizioni in cui viene letto il cv sono imprevedibili; ho sentito di persone scelte per un “arti marziali” negli hobby e il posto di lavoro non era esattamente “stuntman per film con jet li”.
Se si é al primo impiego gli hobby possono giocare a vostro favore: un banale sport di squadra indica predisposizione al team working.
Mi è capitato di impaginare un cv dove gli hobby erano significativi: musica – realizzazione di una colonna sonora per un DVD.
Ora il nostro pianista mancato è in realtà un informatico, quindi qualcosa che esula completamente, però quell’elemento dà quel tocco di colore in più:
indica una ricchezza personale che, a mio modestissimo avviso, può diventare una ricchezza per l’azienda.
Purtroppo in Italia non ci sono molte aziende che la pensano così, ma questa è un’altra storia…