Brian Solis ha la faccia del tipo che al tavolo da poker con John Malkovich, Robert De Niro e Joe Pesci sta per mettere nel sacco tutti quanti con una scala reale.
L’aria tranquilla, il gessato su misura e il sorriso di quello che ne sa una più del diavolo.In effetti dopo la lettura di “End of business as usual”non si può certo dire che Brian non abbia le idee chiare: una panoramica su come sta cambiando il mondo del consumo partendo dall’evoluzione del cliente.
Invece di sviolinarci la solita litania “i brand dovrebbero essere su facebook”, il nostro Brian ci spiega come le tecnologie social siano diventate il sistema operativo delle relazioni umane.
Dopo un po’ di pagine si arriva al nocciolo della questione: il Darwinismo Digitale.
«Il consumatore si evolve, l’azienda che non si adatti a tal cambiamento muore.»L’aspetto interessante del libro è un approccio più scientifico-sociologico piuttosto che l’ennesimo disperato “come fare un sacco di soldi con il tuo nuovissimo gruppo su facebook!”, approccio che tiene comunque i piedi bene a terra senza perdersi in divagazioni esoteriche: esempi concreti di vite realmente avvenute e dati statistici interessanti.Per darvi un’idea dei contenuti vi riporto i titoli di alcuni paragrafi:
L’aria tranquilla, il gessato su misura e il sorriso di quello che ne sa una più del diavolo.In effetti dopo la lettura di “End of business as usual”non si può certo dire che Brian non abbia le idee chiare: una panoramica su come sta cambiando il mondo del consumo partendo dall’evoluzione del cliente.
Invece di sviolinarci la solita litania “i brand dovrebbero essere su facebook”, il nostro Brian ci spiega come le tecnologie social siano diventate il sistema operativo delle relazioni umane.
Dopo un po’ di pagine si arriva al nocciolo della questione: il Darwinismo Digitale.
«Il consumatore si evolve, l’azienda che non si adatti a tal cambiamento muore.»L’aspetto interessante del libro è un approccio più scientifico-sociologico piuttosto che l’ennesimo disperato “come fare un sacco di soldi con il tuo nuovissimo gruppo su facebook!”, approccio che tiene comunque i piedi bene a terra senza perdersi in divagazioni esoteriche: esempi concreti di vite realmente avvenute e dati statistici interessanti.Per darvi un’idea dei contenuti vi riporto i titoli di alcuni paragrafi:
- il genoma umano incontra quello digitale
- il darwinismo digitale: controllare il proprio processo di obsolescenza
- il mezzo non è più il messaggio
- i social network come sistema operativo umano
- non cercarmi su google, usa facebook
- twittami! la generazione facebook
- information is important but no more kings, context is king
- evoluzione dalle network economy alla human economy
- il cambio di paradigma nel networking: riconoscere il valore delle nicchie
- il grafo degli interessi come base di costruzione di un network di informazioni che maturi
- la tua audience ha a sua volta una audience
- convergenza: l’intersezione tra media e relazioni umane
- l’influenza digitale crea un nuovo ordine nel mondo dei media
- la nuova era dell’influenza: quando nessuno diventa qualcuno
- l’alba del consumismo connesso
- quando l’acquisto diventa oggetto di socialità
- sul web “uno” è un numero solitario: la socializzazione del commercio
- la 5a “C” di community: commercio social
- i marchi non sono più creati, sono co-creati
- progettate esperienze condivisibili
- re-inventare il brand e il ciclo di vendita per un nuovo genere di commercio interconnesso
- nel network umano i brand diventano il culmine dell’esperienza condivisa
- un modello per l’engagment emotivo
Una curiosità: nel book trailer si vede il chiudere i battenti di Block Buster America; con qualche anno di ritardo sta succedendo, proprio in questi giorni, anche alla controparte italiana.
Memento: Darwin è sempre al lavoro!